Attraverso la pratica della tassidermia è possibile conservare gli animali non più vivi che altrimenti sarebbero destinati a decomporsi e a perdersi. Archiviare in un certo senso è un modo per controllare le cose e quanto più queste sono sfuggenti più l’uomo cerca di afferrarle. La natura in tutte le sue forme è ciò che di più libero e selvaggio il genere umano abbia cercato di dominare. Possiamo illuderci di gestire le cose alterandone il flusso vitale, fissandole e immobilizzandole mischiando così la vita con la morte ma il risultato in questo caso sarebbe rendere paradossalmente la morte ancora più viva di quanto si volesse.
La tassidermia è complice di un processo di negazione nel quale la morte come momento di trasformazione completa il naturale corso di rovina della vita, alterando il normale andamento delle cose.
Soffro nel vedere la natura spogliata dal suo respiro ma vengo rapita dal fascino che emana.

Dentro questo enorme archivio che è il museo, gli animali “vivono” una condizione di stasi e dopo che le luci si spengono rimangono sospesi nel tempo in attesa di essere rianimati.

 

 

Margherita Cesaretti acquisisce un linguaggio pittorico e fotografico durante gli studi all'accademia di belle arti di Firenze, successivamente decide di dedicarsi esclusivamente alla fotografia iscrivendosi alla Fondazione Studio Marangoni sviluppando così basi analogiche che utilizzerà nelle sue ricerche, unendole a nuove sperimentazioni di tipo digitale. Nei suoi lavori infatti emerge una spiccata vena materica con rimandi alla pittura e al disegno e allo stesso tempo si percepisce la volontà di superare i confini del classico per testare i nuovi mezzi che la creazione di immagini mette oggi a disposizione.
Immagine dopo immagine Cesaretti espone la sua visione del mondo, attraverso una ricerca concettuale intrisa di rimandi al sottile confine tre la vita e la morte.
Cesaretti metabolizza attraverso la macchina fotografica i segnali che il mondo velatamente emette e cerca nel suo lavoro di ricordare la sostanziale natura corporea della vita umana. Le fotografie sono un modo per imprigionare la realtà intesa come recalcitrante ed inaccessibile, per immobilizzarla in uno scatto, per acquisirne il controllo nell'illusione o nella speranza di influenzarne il corso e il regime. In tutti i lavori si percepisce la volontà ed il tentativo di sospendere il tempo, questa corrente che fluisce continua e guida l'uomo e ogni creatura in un viaggio verso un destino universale, quello che accomuna ogni forma di vita.


Nasce il 4 ottobre 1982 ad Assisi, in Italia.
Dopo aver studiato pittura all’accademia di Belle Arti di Firenze si diploma alla Fondazione Studio Marangoni nel 2010. Partecipa a diverse mostre, in Italia e all’estero. Riceve il premio Special Italia nel 2010 ed espone alla Fondazione Fotografia a Modena. Nel 2011 vince il premio Fofu Photo Challenge, nello stesso anno viene selezionata come finalista per la manifestazione Portfolio Italia. Nel 2012 durante il festival Fotografia Europea a Reggio Emilia riceve il primo premio Portfolio Europa-International Portfolio Reviews; è una dei fotografi scelti per il Prix Vois off  2012 ad Arles, ed espone in Olanda al Noorderlicht Photofestival-Terra Cognita.

Nel novembre 2012 espone al Mois de la Photo a Parigi nella mostra Thanks to Luigi Ghirri and Italian Emerging Photography. Vive e lavora con la fotografia a Firenze.

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